lunedì 1 marzo 2010

1) I perchè dei cali di iscrizione all'università

Negli ultimi anni si è avuto un calo di iscrizioni all'università: secondo i dati raccolti nel 2009, la differenza nel numero di iscritti agli atenei rispetto al 2005 è di 40.000 in meno. E' stato stimato che solo il 60% dei diplomati intraprende il percorso di studi univeritario, e in più il 45% degli iscritti negli anni passati non arriva alla laurea. I dati resi noti dal Ministero dell'Università ci fanno osservare che il numero di iscritti all'università è il più basso degli ultimi sette anni: è calato del 3,3% rispetto al 2007/2008, del 4,4% rispetto all'anno accademico 2006/2007 e dell'8% rispetto a 5 anni fa. I dati si fanno ancora più curiosi se si tiene in considerazione il fatto che il numero dei diplomati è, viceversa, aumentato.
Nellle regioni del Sud Italia si regiastra il maggior calo di immatricolazioni con un 6,6% in meno rispetto allo scorso anno accademico.
Il titolo di laurea sembra perdere il valore che da sempre gli è stato riconosciuto. In molti cominciano a considerare il fatto che il conseguimento della laurea non sia più un investimento che valga la pena di fare.
Ci si domanda a questo punto quali siano i motivi di queste scelte. Le difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro sono sicuramente un fattore determinante. Sono in molti a pensare che ormai il titolo di laurea non ha più il valore di una volta dal momento che sono ormai in troppi a possederlo. Altri credono che sia inutile investire tempo, impegno e denaro per conseguire un titolo che solo nel 21% dei casi viene preso in considerazione dalle aziende, in quanto è stato stimato che il 54% delle assunzioni avviene tramite conoscenze e il 25% per passaggi ereditari, in quanto i posti vacanti per pensionamento vengono occupati dai figli dei pensionati stessi.
Altri associano la mancata iscrizione all'università alla crisi economica in corso in Italia. Le famiglie in difficoltà economiche non se la sentono di fare "il passo più lungo della gamba": mandare un figlio all'univerità significa provvedere al pagamento delle tasse universitarie, all'acquisto dei libri di testo, alle spese di sostentamento e di trasporto e quelli relativi in alcuni casi all'affitto di un posto alloggio. In tempi di difficoltà economiche queste diventano una spesa insosotenibile, soprattutto per quelle famiglie che hanno un reddito medio/basso, e che in Italia rappresentano la maggioranza delle famiglie che investono in formazione universitaria per i propri figli.
Ma quali sono le motivazioni profonde di questo calo? A che cosa andiamo incontro? Quali sono le prospettive future?
Agnese D'Errico

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